Una mattina da Adanti…

Una mattina da Adanti…

Sta finendo l’inverno, i filari spogli in parte sono potati, tranne quelli del sagrantino, che “partono” in ritardo. Le viti crescono lentamente in questi terreni compatti e ricchi di argille, i tronchi a cordone speronato sono quelli più vecchi, anche di 50 anni, ormai troppo grandi per convertirli al guyot come il resto delle viti. Circa 30 ettari di vigneti la maggior parte di essi intorno alla cantina e alla residenza storica, nel vocabolo Arquata. Ci riceve preparatissimo il simpatico Alessandro e ci racconta la cantina e la sua storia come fosse casa sua, con la stessa passione. Si percepisce quanto ci tiene e quanto ne sia orgoglioso. Poi mentre facevamo la degustazione ci ha raggiunto, con nostro grande piacere, Daniela Adanti, e dopo un’ora eravamo ancora li a parlare in un clima bellissimo di informalità e amicizia, sebbene non ci conoscessimo.

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La storia della cantina è affascinante, ma ancora più affascinante è il proseguo di quella storia ai giorni d’oggi. Negli anni 70 Domenico Adanti compra la tenuta e rimette in ordine i vigneti, inizia a sperimentare con il sagrantino i primi vini secchi che puntualmente venivano criticati dal suo amico Alvaro Palini, stilista di successo che in quegli anni viveva a Parigi ed era abituato ai vini d’oltralpe. In breve, dopo qualche anno di critiche Domenico un po’ spazientito dice ad Alvaro che se non gli sta bene lo faccia lui il vino. Alvaro chiude la sua sartoria di Parigi e diventa il cantiniere della cantina Adanti. I due buoni amici oggi non ci sono più, ma con Daniela Adanti e la figlia Stella indovinate un po’ chi c’è in cantina? Daniele Palini, si, il figlio di Alvaro!

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Storie di eredità immateriale, storie tramandate, di quelle che ci piacciono. La storia stessa del Sagrantino di Montefalco, che poi è fatta di persone, di amicizia, di sogni e progetti realizzati. Ce la raccontano Alessandro e Daniela, ma ce la raccontano anche i loro meravigliosi vini. Bianchi immediati e piacevolissimi, rossi che ti fanno sentire l’Umbria più terrena e passiti eterni. Abbiamo degustato tutti i vini e li abbiamo trovati come sempre buonissimi. Il Montefalco Rosso DOC 2019 è proprio una gran bella annata, ancora più profumato del 2018! Il Montefalco Sagrantino DOCG 2015 è sensazionale, per non parlare de Montefalco Sagrantino DOCG 2010 Il Domenico. Non mi dilungo nel descriverli tutti né ad elencarvi i premi ricevuti, se volete sapere come sono non vi resta che assaggiarli. Una vino però devo raccontarvelo…

 “AU” Umbria Bianco Passito IGT 1995. Da una vecchia botticella custodita con cura sin dalla vendemmia 1995, fatta ancora da Palini padre, un passito da uve grechetto, malvasía, trebbiano e garganega. Vino unico, irripetibile e raro. Alcuni dei vigneti che ce lo hanno regalato non ci sono nemmeno più, mentre scrivo queste righe ne restano circa 500 bottiglie che ha preparato ovviamente Palini figlio. Un vino emozionante, dalla dolcezza bilanciata che con i suoi quasi 30 anni sembra ancora un ragazzino tanto è fresco e piacevole, meraviglioso ed emozionante. Perfetto per meditare, per accompagnare un formaggio ben stagionato o con la pasticceria secca.

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